GB: ITALIANA COSTRETTA A PARTO CESAREO PER SOTTRARLE LA FIGLIA
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- Pubblicato Mercoledì, 11 Dicembre 2013 13:07
COMUNICATO STAMPA 23-2013
I Giuristi per la Vita esprimono profondo sconcerto e ferma condanna per l’agghiacciante vicenda accaduta all’italiana Alessandra Pacchieri, sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio presso il Derwent Center del Princess Alexandra Hospital di Harlow, nell’Essex, e coattivamente sottoposta a parto cesareo, a sua totale insaputa, nonché privata della figlia neonata che è stata sottratta dai servizi sociali britannici e destinata all’adozione.
I Giuristi per la Vita, condividendo il giudizio del Dott. Fabio Roia, Presidente di sezione al tribunale di Milano, definiscono il caso di Alessandra Pacchieri «un atto di una violenza estrema, un fatto senza precedenti» nel quale risulta «violato il diritto alla tutela della salute di una paziente psichiatrica».
Questa orribile vicenda, degna di uno dei migliori romanzi distopici di H.G. Wells, mostra come nel Regno Unito, un Paese che ama definirsi “faro della civiltà”, possa registrarsi un uso spregiudicato dei mezzi coercitivi della psichiatria, un atteggiamento disinvolto e inumano dei servizi sociali, un comportamento cinico e crudele da parte della magistratura, un’intollerabile e gravissima violazione del diritto al consenso informato del paziente, riconosciuto e garantito a livello internazionale dalla Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina, stipulata ad Oviedo il 4 aprile 1997, nota come Convenzione di Oviedo. E forse non è un caso che proprio la Gran Bretagna abbia deciso di non aderire a tale Convenzione.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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PARLAMENTO EUROPEO: RESPINTA LA PROPOSTA DI RISOLUZIONE "ESTRELA" PRO ABORTO E GENDER
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- Pubblicato Mercoledì, 11 Dicembre 2013 00:03
COMUNICATO STAMPA 24-2013
I Giuristi per la Vita apprendono con viva soddisfazione la bocciatura da parte dell’Assemblea del Parlamento Europeo della famigerata risoluzione sulla “salute e diritti sessuali e riproduttivi”, meglio nota come risoluzione “Estrela”.
Nel compiacersi per questa vittoria della ragione sul furore ideologico, i Giuristi per la Vita ricordano che nella malaugurata ipotesi di approvazione della predetta risoluzione, gli Stati membri dell’Unione Europea sarebbero stati invitati a garantire a tutti, anche giovanissimi, il sedicente e inesistente “diritto di aborto” (anche senza consenso dei genitori), l’accesso alla contraccezione, alla fecondazione assistita, una sorta di rieducazione degli insegnanti, e corsi obbligatori a scuola sull’identità di genere e contro la discriminazione delle persone LGBT, su cui sarebbe stato obbligatorio dare «un’opinione positiva». Agli stessi Paesi dell’Ue, inoltre, sarebbe stato anche chiesto di regolare «l’obiezione di coscienza» con lo scopo di impedirne l’attuazione.
La iattura scongiurata non deve, però, creare illusioni, giacché il fronte gender-pansessualista ha perso una battaglia ma non certamente la guerra. Anzi, nell’attuale Kulturkampf appare più potente e agguerrito che mai.
Per questo, i Giuristi per la Vita invitano tutti a tenere alta la guardia rispetto ai pervicaci e ripetuti assalti con cui potenti lobby elitarie tentano di imporre una dittatura ideologica contraria all’uomo e alla natura.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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Ascolta l'intervista rilasciata dall'Avv. Gianfranco Amato a Radio Vaticana (10/12/2013)
COMUNICATO STAMPA - OFFESE AL PAPA EMERITO: I GIURISTI PER LA VITA DENUNCIANO IL COLLETTIVO GAYSTATALE
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- Pubblicato Venerdì, 22 Novembre 2013 00:38
COMUNICATO STAMPA 21-2013
Ci sono limiti alla decenza che quando vengono superati impongono una reazione per amore della dignità personale e della verità. Soprattutto quando l’indecenza travalica i limiti del codice penale.
Per queste ragioni i Giuristi per la Vita hanno deciso di sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Milano contro il vergognoso atto di vilipendio nei confronti di Benedetto XVI perpetrato dall’organizzazione studentesca Collettivo GayStatale dell’Università degli Studi di Milano.
Mediante organi di stampa nazionali e diversi siti internet, a partire da metà novembre 2013, è stata pubblicizzata la rassegna “Gay Statale Cineforum-omosessualità & religione”, promossa dallo stesso Collettivo GayStatale, la cui locandina nella quale venivano pubblicizzati gli eventi fissati per il mese di novembre del 2013 (proiezioni di film di contenuto fortemente anticattolico) effigiava il Papa Emerito Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, truccato in versione “drag queen”, sfruttando la sua oltraggiosa immagine caricaturale per promuovere eventi anti-cattolici.
La macchietta del Papa “esibizionista-omosessuale” vista in sinergia e contestualità grafica con il titolo della locandina «omosessualità & religione», ha dimostrato come l’offesa al Papa fosse stata utilizzata precipuamente come un mezzo per offendere i cattolici, nonché i princìpi e i valori cristiani.
Il disprezzo, il vilipendio ed il dileggio operati nei confronti di un Pontefice e, con esso, nei confronti degli stessi cattolici, ha peraltro originato vibrate proteste da parte dei fedeli, riportate in alcuni quotidiani nazionali, ed un commento dell’agenzia SIR, legata alla Conferenza Episcopale Italiana.
Ancor più grave risulta il fatto che l’evento sia stato persino finanziato dalla Università statale di Milano con un contributo di 4.000,00 Euro, come si evince dal verbale del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo tenutosi il 26 settembre 2012.
L’inqualificabile ridicolizzazione del Pontefice, raffigurato come una macchietta omosessuale e truccato come un fenomeno da baraccone, ha indotto il 19 novembre 2013 la Commissione dell’Università degli Studi di Milano incaricata di selezionare e ammettere al finanziamento i progetti di attività culturali presentati dalle associazione studentesche, a decidere, con voto unanime, lo stralcio dal finanziamento erogato al Collettivo Gay Statale per l'anno accademico in corso, della parte destinata a coprire le spese sostenute per la realizzazione della locandina dedicata al “Gay Statale Cineforum-omosessualità & religione”.
Con una nota pubblicata in data 20 novembre 2013, i responsabili dello stesso Collettivo GayStatale, ha riconosciuto pubblicamente di aver commesso una grave offesa al sentimento religioso, dichiarando di «assumersi l’intera responsabilità» dell’increscioso accaduto.
I Giuristi per la Vita hanno, quindi, deciso di sporgere denuncia alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di offese ad una confessione religiosa mediante vilipendio di persone, previsto e punito dall’art.403 del Codice Penale.
Gli studenti del Collettivo GayStatale impareranno, così, che per diventare adulti non basta dichiarare di «assumersi l’intera responsabilità» dei propri atti. Occorre anche pagarne concretamente le conseguenze.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
COMUNICATO STAMPA SULLA REVOCA DELLA SALA CONCESSA A "FAMIGLIA DOMANI" DAL SINDACO DI ROMA PALADINO DELL'IDEOLOGIA GENDER
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- Pubblicato Giovedì, 21 Novembre 2013 00:34
COMUNICATO STAMPA 20-2013
I Giuristi per la Vita denunciano il gravissimo episodio posto in essere dal Sindaco di Roma Ignazio Marino attraverso un vero e proprio abuso di potere, con il quale ha svelato il volto intollerante e discriminatorio dell’ideologia omosessualista, di cui continua a mostrarsi un convinto paladino.
Circa un mese fa l’Associazione Famiglia Domani richiedeva al Comune di Roma la disponibilità della Sala della Protomoteca per un convegno intitolato Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia? da tenersi il 3 dicembre 2013, nel quale avrebbero parlato in qualità di relatori la Dott.ssa Dina Nerozzi, Medico specialista in psichiatria ed endocrinologia, e l’Avv. Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita. Espletate tutte le formalità burocratiche per la richiesta, grazie anche all’interessamento del consigliere comunale capitolino Lavinia Mennuni, l’utilizzo della sala veniva formalmente concesso. Fin qui, tutto normale in un Paese normale. Il punto è che da qualche tempo sulle tematiche relative al gender all’omosessualità l’Italia sta pericolosamente travalicando i termini della normalità. Infatti, con un improvviso coup de théâtre, lo scorso 14 novembre, l’ufficio stampa del sindaco Marino rilascia un comunicato ufficiale all’agenzia ASCA: «il Campidoglio rende noto che non ha concesso e non concederà il patrocinio al convegno Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia?, organizzato dall’Associazione Famiglia Domani e come da loro pubblicizzato, in programma per il prossimo 3 dicembre».
Lo stesso giorno in cui il Comune di Roma toglie la sala all’Associazione Famiglia Domani, la assegna ad un’altra iniziativa, sul tema dell’autismo in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità, in modo da poter dichiarare che la Sala della Protomoteca era già stata prenotata. Peccato che tale affermazione contenuta nel comunicato risulti assolutamente falsa. La concessione del Gabinetto del Sindaco ai disabili, datata il 14 novembre 2013, è arrivata, infatti, dopo oltre un mese dall’assegnazione formale della stessa Sala della Protomoteca all’Associazione Famiglia Domani per il convegno del 3 dicembre 2013.
Un’illuminante coincidenza chiarisce i motivi dell’improvviso voltafaccia. Lo stesso giorno del comunicato stampa dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco, infatti, i consiglieri comunali Virginia Raggi, Marcello De Vito, Enrico Stefano, Daniele Frongia (M5S), Gianluca Peciola, Maria Gemma Azuni, Imma Battaglia, Annamaria Proietti Cesaretti (Sel) e Riccardo Magi (Lista Civica per Marino) hanno presentato un’interrogazione urgente sui rischi insiti nel convegno organizzato dalla stessa Associazione Famiglia Domani, sostenendo che «fermo restando il diritto costituzionalmente garantito alla pluralità dell’informazione e delle idee e quindi allo svolgimento di convegni», l’argomento trattato fosse «assolutamente incompatibile con il programma del sindaco Marino, che al punto 9 – “Roma capitale dei diritti di tutte e di tutti” e “i diritti delle persone lgbt” – si impegna chiaramente a migliorare la qualità della vita delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, favorendo progetti e iniziative per i diritti e promuovendo servizi e azioni di contrasto alle discriminazioni, al pregiudizio, all’omofobia e la transfobia». In quest’ottica, i citati consiglieri comunali hanno ricordato la loro iniziativa congiunta sull’istituzione del Registro delle Unioni civili attualmente in discussione presso la Commissione Statuto, Personale e Sport, esortando, pertanto, il Sindaco Marino a «non concedere alcuno spazio del Campidoglio per ospitare convegni ideologici a forte connotazione omofoba».
COMUNICATO STAMPA DEI GIURISTI PER LA VITA SULLA DECISIONE DEL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI BOLOGNA DI AFFIDARE UNA BAMBINA DI TRE ANNI AD UNA COPPIA CONVIVENTE DI UOMINI OMOSESSUALI
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- Pubblicato Lunedì, 18 Novembre 2013 23:07
COMUNICATO STAMPA 19-2013
I Giuristi per la Vita contestano fermamente, sotto il profilo giuridico e morale, l’inaudito provvedimento adottato dal Tribunale per i Minorenni di Bologna, presieduto da Giuseppe Spataro, con il quale è stato disposto l’affidamento di una minore di tre anni ad una coppia convivente di uomini omosessuali.
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha commesso un gravissimo errore nel considerare tale anomala coppia quale «ambiente familiare idoneo» ai sensi dell’art. 2, primo comma, della Legge 4 maggio 1983, n. 184, in grado di assicurare al minore affidato «il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno».
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna non ha considerato che l’ammissione dell’affidamento all’interno di una coppia di uomini omosessuali significa privare deliberatamente il minore dell’esperienza della maternità, ed introdurlo in un ambiente sociale che, proprio per l’assenza della bipolarità sessuale, non favorisce il suo pieno sviluppo umano.
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha palesemente violato il principio, riconosciuto anche dalla Convenzione dell’ONU sui diritti del fanciullo, secondo il quale l’interesse superiore da tutelare, in tema di affido, è in ogni caso quello del bambino, la parte più debole e indifesa. Quel documento internazionale proclama, infatti, che «in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve avere una considerazione preminente» (art.3). Quello stesso documento, inoltre, riconosce «il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale» (art. 27). E ancora quel documento sancisce che l’educazione del fanciullo deve avere come finalità quella di «di favorire lo sviluppo della sua personalità nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità» (art.29).
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna, disponendo l’affidamento di una bambina di tre anni a una coppia di omosessuali, sembra aver ceduto, purtroppo, all’insensata arroganza di quanti pretendono oggi di sovvertire ogni criterio di giudizio e di valore, e il discernimento stesso della realtà delle cose. Spiace che ciò sia accaduto attraverso il sacrificio di un soggetto inerme, che lo stesso Tribunale avrebbe avuto il compito di difendere e tutelare dallo strapotere di adulti senza scrupoli.
I Giuristi per la Vita richiamano l’attenzione delle istituzioni e di ogni uomo di buona volontà sul sovvertimento della ratio della legge e dei criteri fondamentali di retta ragione che, sempre, dovrebbero sostanziarla, e si riservano di valutare eventuali iniziative in sede giudiziaria per contrastare ed opporsi al citato provvedimento del Tribunale per i Minorenni di Bologna.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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COMUNICATO STAMPA 18 -2013: PRESENTATO ESPOSTO CONTRO LO SPETTACOLO COREOGRAFICO “VICTOR”
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- Pubblicato Venerdì, 15 Novembre 2013 14:52
COMUNICATO STAMPA 18-2013
I Giuristi per la Vita hanno inoltrato in data 13 novembre 2013 un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per il minorenni di Bologna, alla Questura di Bologna, all’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, ai Servizi Sociali ed al Sindaco del Comune di Bologna, in merito allo spettacolo coreografico intitolato “Victor”, che vede protagonisti un adulto e un bambino (si tratta del ballerino professionista Steven Michel e del tredicenne Viktor Caudron), andato in scena a Bologna venerdì 1 e sabato 2 novembre 2013 nell’ambito dell’undicesima edizione del festival gay-lesbico Gender Bender.
Nell’esposto è stato chiesto alla competente Autorità Giudiziaria di voler acquisire il video integrale del predetto spettacolo, e ogni altra informazione e documentazione relativa, al fine di accertare se sia configurabile la fattispecie di cui all’art. 414 bis. c. p. (istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia), mentre tutte le altre Autorità pubbliche interessate sono state sollecitate a voler tempestivamente intervenire secondo le proprie competenze e i doveri ex lege loro incombenti, adottando i relativi provvedimenti del caso.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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