ANCHE IL TAR BOCCIA IL SINDACO MARINO


 

COMUNICATO STAMPA

Nella sua folle ed eversiva corsa verso il cortocircuito istituzionale, il Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, ha incontrato anche l’ostatolo della magistratura.

La sua bizzarra teoria sulla trascrivibilità dei matrimoni gay, infatti, non è stata bocciata solo dai Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus, dal Ministro dell’Interno, dal Prefetto di Roma, ma anche dal Tribunale Amministrativo del Lazio che ha emesso un’ordinanza in cui viene confermato il provvedimento prefettizio di annullamento.

Dopo la delegittimazione pubblica del Ministro dell’Interno e del Prefetto, toccherà ora assistere anche a quella della magistratura? Marino arriverà a mettere in discussione non soltanto il potere legislativo ed esecutivo ma anche quello giudiziario? Che il Sindaco di Roma Capitale non riconoscesse più al parlamento il ruolo di legiferare in materia di matrimonio e famiglia, lo si era ben capito. Così come si era capito che lo stesso Marino non riconoscesse al governo, nelle sue articolazioni territoriali, il potere di vigilare sull’osservanza della legge. Vediamo se ora l’inquilino del Campidoglio si
fermerà dinnanzi all’ultimo potere rimasto.

Nel caso il Sindaco di Roma Capitale arrivasse al punto di screditare persino le pronunce dei giudici, riuscirebbe a mettere a segno un filotto capace di far rivoltare nella tomba il povero Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu, meglio noto come Montesquieu, padre dell’omonima teoria della tripartizione dei poteri.

Occorre davvero che qualcuno fermi Ignazio Marino, prima che diventi la parodia di se stesso o si riduca ad una patetica macchietta.

IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)

 

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