EMPOLI: MATRIMONI GAY ALL’ESTERO, PER ANDDOS “INFONDATO IL RICORSO DEI ‘GIURISTI PER LA VITA’ CONTRO LA LORO TRASCRIZIONE”

“Il 15 settembre 2014 il Sindaco di Empoli, con il Decreto n. 33, ha deciso di autorizzare la trascrizione nei registri dello stato civile i matrimoni same sex. Questa decisione segue quella dei Comuni di Grosseto, Fano, Napoli, Bologna e, siamo certi, precede altri sindaci illuminati che opteranno per la stessa assennata scelta. Tuttavia, sacche di resistenza conservatrici, un po’ in tutta Italia hanno iniziato una guerra ideologica.

E’ questo il caso, per esempio, dell’associazione “Giuristi per la Vita”, un gruppo di giuristi che, probabilmente questo vorrebbe evocare il nome, si contrappongono fieramente ai movimenti “per la morte” Codesto gruppo ha presentato un esposto al Ministero dell’Interno e al Prefetto di Firenze proprio contro il predetto decreto del Sindaco di Empoli con il quale intendono contrastare un provvedimento “di natura puramente demagogica emesso a seguito del clamore mediatico sollevato da un analogo estemporaneo provvedimento emanato dal Sindaco di Bologna”. Ci piace rispettare ogni diversa opinione, purtuttavia è davvero dura lasciarci scivolare addosso una dichiarazione “politica”, niente affatto giuridica, che vorrebbe declassare a mero rumore di fondo un provvedimento fondato su solide osservazioni giuridiche. Dimentica, tale associazione, che la Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo definisce il matrimonio come un diritto (art. 12) e dimentica, che, secondo la sentenza del 24.06.2010 della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, il matrimonio non può essere limitato alle sole persone dello stesso sesso.

Anche sulla base di tali annotazioni, la giurisprudenza italiana, poiché ha ammesso che anche i componenti di una coppia omosessuale stabilmente convivente possano avere diritto ad “una vita familiare” oltreché “il diritto di vivere liberamente una condizione di coppia” in quanto formazioni tutelabili in base all’art. 2 della Costituzione (sentenza n. 4184 della Corte di Cassazione del 15 marzo 2012), ha ritenuto la trascrizione nei registri dello stato civile di un matrimonio same sex contratto all’estero come atto meramente amministrativo. Insomma, si dà pubblicità notizia a qualcosa che in un altro Paese è previsto e regolato e tutto ciò per finalità del tutto legittime nel nostro ordinamento come, per esempio, il rendere noto a tutti che due persone sono strette da un legame solido e duraturo che è qualcosa in più di una semplice convivenza.

Ora, con buona pace dei “Giuristi per la Vita”, censori moderni dell’ordine pubblico invocato dall’art. 18 del DPR n. 396/2000, la trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all’estero è tutt’altro che vietata in Italia. Se ne facciano una ragione e, soprattutto, si rendano conto che niente e nessuno sta minacciando le loro “famiglie naturale”.

Mario Marco Canale, Presidente Nazionale ANDDOS
(Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale)

Fonte: gonews.it del 1° ottobre 2014

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