SARÀ ANCORA POSSIBILE DIRE MAMMA & BABBO?

di Enzo Tobini

Prove tecniche di arroganza ideologica. La Manif pour Tous di Empoli ha organizzato per il giorno 2 ottobre 2014 un incontro dal titolo “Sarà ancora possibile dire Mamma & Babbo?”. Relatore l’avv. Gianfranco Amato presidente dei Giuristi per la Vita. Troppo secondo gli agguerriti attivisti LGBT del luogo. Immediata la denuncia per lo scandalo che proprio ad Empoli sia stato possibile organizzare un “incontro omofobo”. Brenda Barnini, Sindaco di quella cittadina toscana, non si è lasciata fuggire l’occasione per unirsi al coro dei censori dell’iniziativa promossa dalla Manif. Anzi, ha ritenuto di dover dare proprio un segnale politico preciso come reazione alla conferenza. Infatti, pochi giorni dopo aver ricevuto dagli esponenti della stessa Manif pour Tous l’invito a partecipare all’iniziativa da loro organizzata, il primo cittadino di Empoli ha deciso di emanare il decreto 33/2014 con cui si è disposta la possibilità di trascrivere i matrimoni delle coppie omosessuali stipulati all’estero. Questa la decisione del sindaco contemplata nel decreto: «i Servizi Demografici, in particolare l’Ufficio di Stato Civile, del Comune di Empoli e, per quest’ultimo, i delegati alle funzioni di Ufficiale di Stato Civile provvederanno a trascrivere nell’archivio di cui all’art.10 del DPR n.396/2000, su richiesta degli interessati e previa verifica della documentazione prodotta ai sensi degli articoli 21 e 22 del medesimo DPR, gli atti che attestino le celebrazioni di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, una volta accertate le condizioni di cui all’art.28 della legge n.218/95 relativamente alla loro validità secondo la legge del luogo di celebrazione».
Poiché non tutti in questo bislacco Paese sono disposti a subire passivamente l’arroganza ideologica, soprattutto quando si presenta contra legem, i Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus hanno deciso di reagire, presentando un esposto al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Firenze conto l’atto palesemente illegittimo del Sindaco di Empoli. Scontate le reazioni piccate del mondo pro-gay. Tra le diverse, ha colpito quella dell’ANDDOS (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale), che con una buona dose di spavalda saccenteria ha preteso di ritenere “giuridicamente infondato”, l’esposto contro il provvedimento del Sindaco empolese. Questo il comunicato stampa diramato dall’ANDDOS:

«Il 15 settembre 2014 il Sindaco di Empoli, con il Decreto n. 33, ha deciso di autorizzare la trascrizione nei registri dello stato civile i matrimoni same sex. Questa decisione segue quella dei Comuni di Grosseto, Fano, Napoli, Bologna e, siamo certi, precede altri sindaci illuminati che opteranno per la stessa assennata scelta. Tuttavia, sacche di resistenza conservatrici, un po’ in tutta Italia hanno iniziato una guerra ideologica. E’ questo il caso, per esempio, dell’associazione “Giuristi per la Vita”, un gruppo di giuristi che, probabilmente questo vorrebbe evocare il nome, si contrappongono fieramente ai movimenti “per la morte” Codesto gruppo ha presentato un esposto al Ministero dell’Interno e al Prefetto di Firenze proprio contro il predetto decreto del Sindaco di Empoli con il quale intendono contrastare un provvedimento “di natura puramente demagogica emesso a seguito del clamore mediatico sollevato da un analogo estemporaneo provvedimento emanato dal Sindaco di Bologna”. Ci piace rispettare ogni diversa opinione, purtuttavia è davvero dura lasciarci scivolare addosso una dichiarazione “politica”, niente affatto giuridica, che vorrebbe declassare a mero rumore di fondo un provvedimento fondato su solide osservazioni giuridiche. Dimentica, tale associazione, che la Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo definisce il matrimonio come un diritto (art. 12) e dimentica, che, secondo la sentenza del 24.06.2010 della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, il matrimonio non può essere limitato alle sole persone dello stesso sesso. Anche sulla base di tali annotazioni, la giurisprudenza italiana, poiché ha ammesso che anche i componenti di una coppia omosessuale stabilmente convivente possano avere diritto ad “una vita familiare” oltreché “il diritto di vivere liberamente una condizione di coppia” in quanto formazioni tutelabili in base all’art. 2 della Costituzione (sentenza n. 4184 della Corte di Cassazione del 15 marzo 2012), ha ritenuto la trascrizione nei registri dello stato civile di un matrimonio same sex contratto all’estero come atto meramente amministrativo. Insomma, si dà pubblicità notizia a qualcosa che in un altro Paese è previsto e regolato e tutto ciò per finalità del tutto legittime nel nostro ordinamento come, per esempio, il rendere noto a tutti che due persone sono strette da un legame solido e duraturo che è qualcosa in più di una semplice convivenza. Ora, con buona pace dei “Giuristi per la Vita”, censori moderni dell’ordine pubblico invocato dall’art. 18 del DPR n. 396/2000, la trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all’estero è tutt’altro che vietata in Italia. Se ne facciano una ragione e, soprattutto, si rendano conto che niente e nessuno sta minacciando le loro “famiglie naturale”».
Poche parole meritano di essere spese in merito alle considerazioni dell’Associazione ANDDOS. Spiace che abbiano perso del tempo per tentare di elaborare una tesi indifendibile. Sulla vicenda di Empoli, molto semplicemente, consigliamo ai rappresentanti della predetta Associazione di leggere attentamente la lettera che il Prefetto di Firenze ha inviato al Sindaco Brenda Barnini, nella quale è stata evidenziata l’illegittimità del provvedimento adottato, di cui è stato chiesto l’annullamento.
Il Ministero dell’Interno, contattato sul tema dai Giuristi per la Vita, ha ufficialmente comunicato che a giorni verrà diramata a tutti i Sindaci d’Italia una puntuale circolare in cui sarà definitivamente ribadita l’illegittimità giuridica della trascrizione dei matrimoni di coppie omosessuali stipulati all’estero, e si potrà finalmente chiudere questa inutile farsa demagogica. Consigliamo all’ANDDOS un’attenta lettura della circolare ministeriale, in modo che riescano con serenità a farsene una ragione.
Sono le istituzioni pubbliche laiche italiane, quindi, e non la Chiesa cattolica a ribadire quale sia il concetto di famiglia (ovvero l’unione tra un uomo ed una donna basata sul matrimonio) secondo l’art.29 della Costituzione e le due recenti sentenze della Corte Costituzionale n.138/2010 e n.170/2014. Del resto, se si intende introdurre il matrimonio gay anche nel nostro Paese, occorre che a ciò provveda il parlamento, modificando la costituzione ed approvando una legge ordinaria, e non il Comune di Empoli, con tutto il rispetto dovuto alla locale comunità.
Un’ultima annotazione e un consiglio non richiesto ai rappresentanti dell’ANDDOS: occorre sempre stare attenti a lanciare epiteti a sproposito. Così facendo, infatti, hanno corso il rischio di considerare una «sacca di resistenza conservatrice» sia il Prefetto di Firenze che il Ministro dell’Interno del governo Renzi. Onestamente, ci pare un po’ eccessivo.

Fonte: CulturaCattolica.it del 2 ottobre 2014 e La Nuova Bussola Quotidiana del 2 ottobre 2014

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