POPOLO DELLA FAMIGLIA SÌ O NO? L'INTERVENTO DI P. GIACOBBE ELIA: "MEGLIO PERSEGUITATI CHE IRRILEVANTI"

di Padre Giacobbe Elia (esorcista incaricato per la Diocesi di Roma dal 1987,  discepolo del Servo di Dio Candido Amantini) 
 
Come prevedibile, la scesa in campo di Mario Adinolfi e di Gianfranco Amato come fondatori di un nuovo soggetto politico ha scatenato una ridda di proteste soprattutto nell’area cattolica e moderata e nell’ambiente partitico di centro-destra. “È tipico del mondo cattolico – ha osservato p. Livio Fanzaga dai microfoni di Radio Maria commentando la nascita de Il Popolo della Famiglia – punzecchiare chi inizia qualcosa di nuovo… Invidie e gelosie da chi coltiva il suo orticello e teme che quello degli altri possa sottrarre terreno al suo”. L’invidia e la gelosia causano divisioni (inspiegabili senza il peccato originale!) anche in mezzo a coloro che dicendosi cristiani dovrebbero anelare alla costruzione del Regno di Cristo e trovare la loro gloria nella collaborazione fattiva con i fratelli nella fede.
Questa scelta ha confuso i progetti manipolatori di molti corvi della politica, che calcolavano come appropriarsi della piazza del Family day, senza rinunciare ai privilegi della poltrona che Renzi garantisce loro a patto che continuino a scodinzolare al suo seguito. Certo non è stato loro proibito di dirsi cattolici né di fingere di rimbrottare la maggioranza (che mantengono in vita!), senza esagerare, però, e con l’impegno di essere presenti in aula e di votare secondo gli ordini di scuderia. Una beffa dolorosissima per gli ingenui che continuavano a sperare in un rigurgito di dignità. Lascia perciò sconcertati la virulenza degli attacchi di accorti opinionisti, che sembrano non volersi accorgere che il Popolo della Famiglia finora non ha avuto alcuna vera rappresentanza politica in Parlamento e accusano Adinolfi e Amato di avere addirittura strumentalizzato “il Family Day per collocarsi in politica”, ignorando “l’infame tradimento del 25 febbraio”. “Se Alfano & Co. avessero bloccato il maxiemendamento sulle unioni civili e avessero mandato a casa Renzi (ricordo che avevano la possibilità concreta di fare entrambe le cose), - ha spiegato Amato - il Comitato avrebbe vinto, dimostrando l’importanza della sua funzione, noi saremmo stati gli uomini più felici di questo mondo e il Popolo della Famiglia non sarebbe mai nato. Quel tradimento, invece, ha posto in maniera drammatica e urgente il problema di un vuoto assoluto di rappresentanza politica del popolo del Circo Massimo... Se avessimo voluto trovare una sicura e tranquilla collocazione in politica, avremmo potuto semplicemente accettare le generose offerte che sono giunte a me e a Mario Adinolfi, da sponde opposte, circa una “poltroncina” sicura”.
 
Rispetto il giudizio di Socci (“L’iniziativa" per lui "sarebbe nata in disaccordo con gli altri organizzatori del Family day ed è destinata al fallimento”), dato all’interno di un’analisi lucida e molto preoccupata per la situazione attuale, dove riconosce che la nascita de Il Popolo della Famiglia “è uno dei tanti segnali dell’inquietudine dei cattolici italiani”, ma non lo condivido. Al di là dei risultati futuri, che ci auguriamo fecondi, non dovremmo coerentemente rallegrarci di un segno effettivo di vitalità su un tema che supera gli altri (contenendoli tutti) per gravità? Non ha ammesso lo stesso Socci che suor Lucia di Fatima ha detto che proprio sulla famiglia si sarebbe combattuta la battaglia finale? Dunque, l'iniziativa non va bollata con sprezzo come “l'ancora più assurda e suicida, l’idea di un partitello cattolico addirittura monotematico, focalizzato sulla sola questione della famiglia” e richiamare l’esperienza fallimentare della vecchia DC, che non seppe opporsi alle derive del divorzio e dell’aborto, e del “generoso tentativo di Giuliano Ferrara, con la lista “No aborto”? Due realtà che comunque meriterebbero altre considerazioni. La debolezza della DC è da imputare all’annosa divisione dei politici cattolici che si sono frantumati in diverse correnti per il solito piatto di lenticchie, per amore del quale hanno anche lasciato vergognosamente soli Giuliano Ferrara e Magdi Allam a combattere battaglie vitali. La crisi identitaria dei partiti sedicenti cattolici è triste (anzi è deprimente guardando Alfano & Co.), ma anche quella dei movimenti cattolici non è da meno. Appena qualche mese fa anche Socci, interrogandosi “per capire non solo di cosa è ‘mancante’ il Meeting 2015 e l’attuale CL, ma, in questo momento storico, anche la Chiesa (e il mondo)”, giungeva ad una conclusione vera e amara: “Ciò che manca al Meeting (ma ancor più all’attuale CL e alla Chiesa) è questo sguardo, questa intelligenza della fede: nel baratro aperto da questa “mancanza” stiamo sprofondando tutti… Il programma del prossimo Meeting dice che è finita un’epoca non solo per quello che manca, ma pure per quello che c’è”.
 
Certo, ora più che mai il fedele è convinto che solo un intervento straordinario di Cristo e della sua ss. Madre potrà assicurargli la vittoria sul Male e sulla morte; ma proprio per questo trova motivo di speranza anche nella condivisione dell’impegno dei suoi fratelli che scrutano il mistero dell’uomo alla luce della natura, della Rivelazione e del Magistero perenne della Chiesa. Lungo i secoli la Catholica ha sempre saputo di dover «procedere nel suo pellegrinaggio, tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio» (Sant’Agostino), forte del fatto che Cristo, suo Dio e Salvatore, si è fatto carne per camminare con lei nella storia e Via che sola porta alla Vita. Il nostro comune impegno consista nel sostenerci nella “buona battaglia”, con la speranza che nessuno faccia della politica una realtà ultima, ma anche ricordando che a nessuno è possibile servire due padroni:
 
“Salvami dal fango, che io non affondi, / liberami dai miei nemici
 
e dalle acque profonde.
 
Non mi sommergano i flutti delle acque / e il vortice non mi travolga,
 
l’abisso non chiuda su di me la sua bocca” (Sal. 69,15-16).
 
Fonte: Intelligonews.it del 9 marzo 2016

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