NO ALLE “D.A.T." - NO ALL’EUTANASIA DI STATO - SI’ ALLA VITA
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- Pubblicato Martedì, 12 Dicembre 2017 23:20
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Tra qualche giorno il Senato potrebbe introdurre l'eutanasia in Italia, sotto le mentite spoglie di "biotestamento" o DAT.
I Giuristi per la Vita e i neo-nati Medici per la Vita presiederanno domani il Senato partendo da piazza Vidoni a Roma dalle ore 14 e sottoscrivono in toto l'appello del Comitato "Italia per la Vita", che con supporto spontaneo di associazioni, scienziati, medici, giuristi e persone di buona volontà di tutta Italia, spontaneamente è stato redatto e indirizzato a tutti i senatori, per respingere senza riserve il disegno di legge suddetto che di fatto introduce l'eutanasia omissiva, mediante l'interruzione dell'alimentazione e idratazione, finanche giungendo all'uccisione di minori e incapaci in quanto improduttivi.
Nessuno si lasci ingannare. I parlamentari sono così restii dall’affrontare i veri problemi che attanagliano il nostro paese (denatalità, occupazione, sicurezza, tutela della salute, immigrazione ecc.) che preferiscono riproporre schemi ideologici non rispondendo alle domande (anzi alle grida) vere che provengono dal Popolo.
Sia chiaro. Nessuno oggi desidera o si pone a favore del cosiddetto “accanimento terapeutico”, concetto preciso e condannato, pure dalla Chiesa Cattolica.
In Parlamento invece si vuole capovolgere il principio cardine dell'indisponibilità della Vita e costringere anche i medici a trasformarsi in ciechi strumenti di morte.
Gli ultimi sei anni sono stati tra i più oscuri della storia della nostra Repubblica con un conferimento di potere enorme a certe lobby che, supportate da un parlamento non legittimato dal popolo con le elezioni, ha introdotto leggi frutto di mera ideologia politica non rispondente al vero bene comune. Pensiamo alle linee guida per il gender nelle scuole. Pensiamo alla malaugurata e incostituzionale legge sulle unioni civili.
Ora Pd e Cinquestelle con altri elementi al seguito vogliono chiudere il cerchio, introducendo una sorta di “omicidio di stato” con la legge eutanasica.
Chiediamo ai Senatori un sussulto di coscienza.
Chiediamo ai cittadini tutti di mobilitarsi per fermare tale scempio.
Addì, 12 dicembre 2017
Associazione Giuristi per la Vita - Segretario avv. Filippo Martini
Associazione Medici per la Vita - Segretario dott.ssa Silvana De Mari
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“SIGNOR PRESIDENTE, NON PROMULGHI QUESTA LEGGE”
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- Pubblicato Giovedì, 21 Dicembre 2017 01:22
“SIGNOR PRESIDENTE, NON PROMULGHI QUESTA LEGGE”
Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella
Ci rivolgiamo a Lei, rappresentante dell'unità nazionale e garante del rispetto della Costituzione su cui si fonda la Repubblica Italiana, chiedendoLe di non promulgare la legge contenente "Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento", definitivamente approvata pochi giorni orsono dal Senato della Repubblica.
Si tratta di disegno di legge ispirato ad una visione individualistica dei diritti, in contrasto con il dettato dell'art.2 della Costituzione, che richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà in e verso tutti i cittadini.
Consapevoli dei limiti del Suo controllo in questa fase, ma anche della natura non formale di esso, Le evidenziamo le norme che, con ogni evidenza, contrastano con il dettato costituzionale:
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L'art.1, comma 5 del progetto, nel permettere ad ogni persona di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario, anche se necessario alla propria sopravvivenza, per qualsiasi motivo o anche senza motivo, viola l'art.32, comma 1, della Costituzione, che tutela la salute, non solo come fondamentale diritto dell'individuo, ma anche come interesse della collettività.
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La stessa norma, nel permettere che nei confronti delle persone siano interrotte la nutrizione e l'idratazione artificiale, sostegni vitali indispensabili per la vita di ogni uomo, viola lo stesso articolo 32 della Costituzione, nonché il diritto alla vita, riconosciuto come diritto fondamentale ai sensi dell'art.2 della Costituzione.
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Analogamente, l'art.2 commi 2 e 3, nel prevedere l'uccisione attiva di un paziente, mediante sedazione palliativa profonda, costituisce evidente violazione del principio dell'indisponibilità della vita umana, garantita dall'art.2 della Costituzione.
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L'art.2, comma 2, inoltre, attribuisce al medico il potere di negare cure e trattamenti nei confronti di pazienti gravi sulla base di criteri generici ("prognosi infausta a breve termine", "ostinazione irragionevole", "trattamenti inutili e sproporzionati"), così rischiando di legittimare condotte di abbandono terapeutico nei confronti di persone che, anche se inguaribili, possono e devono essere curate.
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L'art.3 del progetto di legge, nell'attribuire ai genitori dei minori e ai legali rappresentanti di persone incapaci o sottoposte ad amministrazione di sostegno il potere di rifiutare ogni trattamento sanitario anche se necessario alla sopravvivenza del minore o dell'assistito, nonché la nutrizione od idratazione, e permettendo al medico di ottemperare al rifiuto, viola gravemente il diritto alla vita e alla salute delle persone deboli garantito dagli artt.2 e 32 della Costituzione, ed apre le porte all'eutanasia dei disabili fisici e psichici.
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La mancata previsione dell'obiezione di coscienza per i medici e l'obbligo, sancito dall'art.2, comma 1, del progetto, del loro coinvolgimento in pratiche che portano alla soppressione del paziente, viola l'obbligo, costituzionalmente imposto dall'art.2 della Costituzione - come affermò la Corte Costituzionale con la sentenza n.467 del 1991 - di riconoscere l'obiezione di coscienza per permettere ad ogni uomo di rispondere all'imperativo: "non uccidere".
Il rispetto della libertà di coscienza e di religione è uno dei fondamenti di una società democratica: per questo è altrettanto grave che l'istituto non venga previsto per tutti i soggetti che rischiano di essere coinvolti in operazioni di soppressione della vita umana - primi fra tutti, insieme ai medici, gli infermieri - e che anche i responsabili delle strutture sanitarie private siano obbligati, ai sensi dell'art.1, comma 9, del progetto, a fornire il "servizio" di soppressione della vita umana.
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Infine, la previsione della natura vincolante delle disposizioni anticipate di trattamento (art.4 del progetto) è contraria ad ogni ragionevolezza e permetterà la soppressione di persone malate in stato di incoscienza sulla base di previsioni generiche e inconsapevoli formulate molti anni prima.
Questo disegno di legge non migliorerà la salute dei cittadini, ma, con una visione del rapporto medico – paziente di natura esclusivamente contrattuale e con la garanzia di impunità per i medici disponibili a pratiche eutanasiche (articolo 1, comma 6, del progetto), aprirà la porta all'eutanasia delle persone più deboli, fragili o non informate; l'esperienza di altri Paesi dimostra che l'eutanasia si trasforma in pratica medica normale, contro cui non vi è più difesa.
Presidente, Le chiediamo ancora: non promulghi questa legge !
Il Consiglio direttivo Nazionale “Giuristi per la Vita”
Avv. Gianfranco Amato
Avv. Filippo Martini
Avv. Claudio Corradi
Avv. Gian Paolo Babini
Avv. Maristella Paiar
Avv. Giorgio Sacco
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NON TOCCATE IL COTTOLENGO (ED I SUOI OSPITI) !!
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- Pubblicato Giovedì, 04 Gennaio 2018 19:50
NON TOCCATE IL COTTOLENGO (ED I SUOI OSPITI) !!
“Guai a chi osa toccare il Cottolengo ed i suoi ospiti” è il grido che si leva dai “Giuristi per la Vita” in difesa dell’omonima Piccola Casa della Divina Provvidenza, il cui Superiore Generale, don Carmine Arice, ha recentemente ribadito eroicamente finalità e spirito di servizio alla vita.
Eroicamente, perché, in un siffatto clima culturale e legislativo, che vede questa nobile e centenaria struttura vittima e bersaglio speciale dell’indifferenza e disumanità d’un parlamento con la “p” minuscola, ci vuole una bella dose di testosterone per evitare che il Cottolengo passi per essere la struttura che, più di qualsiasi altra, dovrebbe, nella bieca logica parlamentare, offrire, divenire, prestarsi ed adoperarsi senza risparmio nell’applicare ai suoi ospiti la nuova ignominiosa legge acronisticamente denominata “DAT”.
I Giuristi per la Vita, cosi come nel caso del piccolo Alfie Evans (tuttora in lotta furibonda per sottrarsi ad un sistema sanitario inglese, che lo vorrebbe morto), offrono sin d’ora gratuitamente tutta la propria professionalità legale nel difendere l’istituto, fondato da San Giuseppe Agostino Benedetto Cottolengo, ed i suoi ospiti da chiunque s’apprestasse o intendesse mai mettervi le mani.
Vita e dignità dell’uomo vanno ben oltre e sono tutt’altra cosa rispetto a quella pochezza valoriale attribuita loro da senatori e deputati che, con questa ultima “prestazione” hanno definitivamente fugato ogni dubbio sulla assoluta incapacità di occuparsi dei problemi veri del nostro paese: denatalità; occupazione; immigrazione; sicurezza. Tutto serviva, tranne una ideologica legge finalizzata a scoraggiare ogni speranza.
I Giuristi per la Vita sono e rimarranno sempre a servizio diretto ed indiretto della vita del cittadino più debole ed indifeso, specialmente quando, come in questo caso, potere e cinismo fanno breccia nelle istituzioni e nei “cuori” di chi le rappresenta, malamente.
Il Consiglio Direttivo Nazionale
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Ricorso alla giustizia europea ed italiana nell’interesse dei genitori di Alfie Evans
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- Pubblicato Venerdì, 27 Aprile 2018 11:25
Ricorso alla giustizia europea ed italiana nell’interesse
dei genitori di Alfie Evans
Nel pomeriggio del 25 aprile 2018, gli avvocati della nostra associazione in forza di mandato della famiglia Thomas Evans e Kate, nonché del piccolo Alfie, hanno depositato un ricorso urgente avanti al consolato italiano di Londra espletante funzioni di giudice tutelare e Tribunale dei Minori in forza degli artt. 33 e seguenti del d.lgs. 71 del 2011.
Con tale ricorso si richiede che il consolato in veste di giudice tutelare e per i minorenni voglia dare disposizioni urgenti per la tutela, il rimpatrio, l’assistenza e protezione verso il “nucleo familiare” di Alfie Evans cittadino italiano e dei suoi genitori Thomas e Kate.
Trattasi invero di “nucleo familiare debole” posto che in ragione dell’accanimento giudiziario instato a seguito dei ricorsi alla High Court inglese da parte dell’ospedale Alder Hey Children Hospital, si è scatenato un delirante percorso finalizzato a privare il piccolo, e la sua famiglia, di ogni forma di assistenza e cura. Tutto ciò rischia concretamente di compromettere la vita (ed anche la qualità della vita) del bambino e dei suoi familiari.
Quello che invero i giudici britannici ritenevano essere il “best interest” del piccolo Alfie, a seguito dell’attuazione dei protocolli di distacco dei supporti vitali, si è trasformato in un “worst interest” (peggiore interesse) posto che il bambino sta continuando a vivere senza detti supporti da circa 70 ore, attraversando terribili sofferenze fisiche. Ma nemmeno le ultime pronunce giudiziarie sembrano volerne tener conto, per questo si è deciso di presentare il ricorso suddetto.
Comunicato stampa: "L'Imperatore ha soppresso Alfie, ma ora tutti sanno che l'Imperatore è nudo"
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- Pubblicato Martedì, 01 Maggio 2018 11:26
Comunicato stampa
’Imperatore ha soppresso il piccolo Alfie Evans. Ma non è servito a nulla. Quel bambino ha gridato al mondo – proprio come nella celebre fiaba di Andersen – che l’Imperatore è nudo. E ora tutto il mondo se ne è accorto. Le finte ricche vesti della menzogna non possono più coprire le vergogne del Potere. Settant’anni fa nella Germania nazista la stessa sorte è toccata ad un altro bimbo di ventiquattro mesi: il caso del “piccolo Knauer”. Allora fu la Universitäts-Kinderklinik Leipzig (Clinica universitaria pediatrica di Lipsia) ad “addormentare per sempre” quell’infante disabile, su ordine del Führer. Oggi è stato l’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool ad “addormentare per sempre” il piccolo Alfie, su ordine di un giudice. Settant’anni fa la motivazione fu quella della “Gnaden Tod”, la morte per pietà, quasi un atto di amorevole compassione nei confronti del “piccolo Knauer”. Oggi la motivazione è quella dell’interesse dello stesso “piccolo Alfie”. Anzi del suo “best interest”. La situazione in settant’anni non è cambiata, se non in peggio. E la storia, purtroppo, non sembra insegnare nulla.
Quelle due piccole vite sono state accumunate da un unico destino: essere entrambe definite “Lebensunwertes Leben” o “Life unworthy of life”, cioè vite non degne di essere vissute.
LE CHIESE DEI CLUB SADOMASO E PAPA WOJTYLA UN ASSASSINO? IL PROCESSO CONTRO OLIVIERO TOSCANI CONTINUA
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- Pubblicato Lunedì, 05 Novembre 2018 20:49
LE CHIESE DEI CLUB SADOMASO E PAPA WOJTYLA UN ASSASSINO?
IL PROCESSO CONTRO OLIVIERO TOSCANI CONTINUA
Si è tenuta oggi, presso il Tribunale Penale di Milano, la prima udienza del processo nei confronti del noto fotografo Oliviero Toscani, tratto a giudizio per il reato di pubbliche offese alla religione cattolica mediante l'uso di espressioni ingiuriose verso cose costituenti oggetto culto e mediante il vilipendio di chi la professa e delle persone dei Sommi Pontefici Francesco e San Giovanni Paolo II.
La vicenda trae origine dalle affermazioni fatte, nel 2014, da Toscani alla trasmissione “La Zanzara” di Radio 24, con le quali ha definito la Chiesa un «club sadomaso», «la più grande invenzione omosessuale che sia mai esistita, i cui appartenenti si vestono da donna», l’attuale Sommo Pontefice un «vecchio banale», e San Giovanni Paolo II un «assassino». Per non parlare delle espressioni ingiuriose nei confronti del crocefisso, delle statue di santi e degli angeli negli altari definiti «bambini nudi che volano», con riferimento ad un particolare “gusto” sessuale (allusione neppure molto velata alla pedofilia).
Parole che offendono deliberatamente il sentimento religioso di milioni di fedeli ed ancor più gravi se si pensa alle sofferenze che tanta gente ancora oggi patisce nel mondo per la propria fede in Cristo, come testimonia l'incubo di Asia Bibi, imprigionata per oltre nove anni sotto il rischio della pena capitale.
Questa mattina, il Tribunale di Milano, rigettate le eccezioni della difesa di Oliviero Toscani, ha ammesso la costituzione di parte civile dei Giuristi per la Vita e di Pro Vita Onlus, assistite dall'Avv. Matteo Montaruli del Foro di Bergamo, che presentarono a suo tempo denuncia-querela per le offese da lui pronunciate. All'esito dell'udienza, il processo è stato rinviato a gennaio, per la prosecuzione.
Gianfranco Amato - Presidente Giuristi per la Vita- |
Antonio Brandi - Presidente Pro Vita Onlus - |
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