LA LEZIONE POLITICA DELLA #BREXIT

Malgrado si moltiplichino, in Gran Bretagna, le manifestazioni di quanti, scontenti dell’esito del voto di una settimana fa, chiedono un nuovo referendum, i sentimenti antieuropeisti serpeggiano anche tra i ceti moderati di Paesi tradizionalmente sostenitori del progetto Ue. Occorre che le élites plutocratiche dei tecnocrati di Bruxelles imprimano delle radicali correzioni di rotta all’Unione

di Gianfranco Amato

« È la democrazia, bellezza! E tu non puoi farci niente». Così avrebbe risposto l’impareggiabile Humphrey Bogart di Quarto Potere a tutti gli euroentusiasti che devono ancora riprendersi dal Brexit shock. E sì, non si può essere democratici ad intermittenza e rispettare il volere del popolo solo quando coincide con i desiderata del Potere. Le élite massoniche e mondialiste di Bruxelles amano ammantare i propri discorsi di concetti come «democrazia » e «volontà popolare», mentre in realtà nutrono un profondo e assoluto disprezzo per entrambi. L’ipocrisia infida e farisaica al potere. Uno degli effetti positivi della Brexit è quello di aver fatto venire allo scoperto diversi di questi Sepolcri Imbiancati. Tra costoro spicca, ça va sans dire, tale Mario Monti, già noto agli italiani, che in preda ad un attacco di stizza, si è lasciato scappare uno di quegli aforismi che resterà nella storia della dittatura mondialista: «David Cameron ha abusato della democrazia». Beh, detto da uno che è diventato Capo del Governo grazie ad una manovra di palazzo, dopo essere stato nominato senatore a vita, si può anche capire. Ma è sempre così, per Monti e i suoi amici/confratelli altolocati del Bilderberg Group, della Trilateral Commission, di Goldman Sachs, dare voce al volgo plebeo diventa una «alta prova di democrazia » quando il popolo si adegua docilmente alla volontà dell’élite illuminata, mentre si trasforma in un «abuso di democrazia» quando lo stesso popolo osa contraddire le indicazioni degli Ottimati al potere. La verità è che l’élite nutre una profonda idiosincrasia nei confronti del popolo, considerato sempre come una massa informe di individui che deve essere guidata dall’alto, a causa della sua congenita immaturità e conseguente incapacità di formulare processi decisionali per il suo stesso bene.

Questo è il substrato ideologico dell’attuale Unione Europea. Un’artificiosa costruzione istituzionale che si è ridotta ad un mero apparato burocratico-finanziario. Ma la Brexit ha dimostrato, ancora una volta, che l’Europa della burocrazia asfissiante, l’Europa dell’avidità plutocratica, L’Europa dei poteri forti, L’Europa delle consorterie massoniche, l’Europa del positivismo giuridico, l’Europa delle lobby LGBT, l’Europa del politically correct, l’Europa del risentimento anticristiano, l’Europa del multiculturalismo scriteriato, l’Europa del “neutralismo culturale”, l’Europa senza identità e senza Dio, è un’Europa nemica dei popoli. E, quando possono, i popoli si ribellano.

Qualcuno può davvero credere che questa complessa architettura istituzionale barocca, con la sua soffocante pervasività burocratica, possa resistere ancora molto prima di implodere? L’Unione Europea è orami percepita come una severa e intransigente matrigna, che esige duramente, non concede nulla, crea problemi, e impone regole fino al limite del sopportabile o del risibile. Un esempio per tutti: la regolamentazione della lunghezza delle banane, disciplinata dal Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1333/2011 della Commissione emanato il 19 dicembre 2011. Recita testualmente il punto III, dell’Allegato I: «Il calibro è determinato: - dalla lunghezza del frutto, espressa in centimetri e misurata lungo la faccia convessa, dal punto in cui il peduncolo si inserisce sul cuscinetto fino all’apice; - dal grado, cioè dallo spessore, espresso in millimetri, di una sezione trasversale del frutto praticata tra le facce laterali e nel mezzo del frutto stesso, perpendicolarmente all’asse longitudinale. Il frutto di riferimento che serve a misurare la lunghezza e il grado è il seguente: - il frutto mediano, situato sul lato esterno della mano; - il frutto che si trova accanto al taglio con cui è stata sezionata la mano, sul lato esterno del frammento di mano. La lunghezza minima e il grado minimo sono fissati rispettivamente a 14 cm e 27 mm».

No, non è proprio l’Europa che impone la lunghezza delle banane che sopravvivrà all’imminente insurrezione dei popoli. L’Europa oramai ridotta a regolamenti e rigidità contabile si è già suicidata quando ha deciso di rinnegare le proprie comuni radici giudaico- cristiane.

San Giovanni Paolo II scrisse una lettera all’allora presidente della Convenzione europea Valery Giscard d’Estaing, nella quale chiedeva accoratamente di inserire il riferimento alle radici giudaico-cristiane dell’Europa nella Costituzione europea, cui la stessa Convenzione stava lavorando. La lettera venne consegnata tramite un politico italiano contattato ad hoc dalla Santa Sede per quell’incombenza. Appreso il contenuto della lettera, Giscard rispose al politico italiano con la spocchia che ben lo contraddistingueva: «È bene che la tenga in tasca e non me la consegni». La lettera è rimasta in tasca, e l’Europa ha rinunciato alle sue radici. Ma come accade per tutti i grandi alberi cui vengono recise le radici, anche il grande albero europeo si è seccato. Oggi il vento impetuoso della Brexit ha staccato uno dei rami più importanti di quell’albero. Vediamo se il prossimo colpo di vento farà cadere un altro ramo o se abbatterà completamente tutta la pianta.

 

Pubblicato su "La Croce Quotidiano" del 1° luglio 2016

 

 

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