IL SENATO NELLA COSTITUENTE
di Francesco Mario Agnoli
Fra i critici della riforma costituzionale molti concordano però sulla eliminazione del cosiddetto bicamerismo perfetto, che attribuisce in piena parità alle due Camere, oltre che il potere di accordare e revocare la fiducia al governo, l'esercizio della funzione legislativa.
Tuttavia siamo sicuri che sia così? Più in generale, prima di cambiarla, siamo sicuri di conoscere la Costituzione e le ragioni dei costituenti nel scegliere una strada piuttosto che un'altra? Potrebbe essere che queste ragioni siano più valide dell'argomento che soltanto in Italia la funzione legislativa è esercitata su un piano di parità dalle due Camere.
Un'argomentazione, che andrebbe quanto meno approfondita perché nei vari paesi europei la posizione costituzionale del Senato (dove esiste) è molto variegata, ma che, stranamente, incontra scarse obiezioni anche da parte di chi non condivide la riforma. Eppure basta ripescare l'intenso dibattito che settant'anni fa impegnò l'Assemblea Costituente per comprendere che si trattò di una scelta fondata su ragioni che attengono ai meccanismi stessi della democrazia sicché hanno oggi lo stesso peso e valore del 1948. Le Costituzioni, difatti, valgono non solo per i principi che proclamano (spesso i più nobili sono proclamati dalle dittature), ma per gli strumenti messi in campo per realizzarli.
Nella Costituente vi furono prese di posizione a favore del monocameralismo, giustificate anche dalla contrarietà alla tesi di altri costituenti favorevoli sì all'istituzione del Senato, ma per farne l'organo di rappresentanza delle Regioni. Alla fine prevalse l'idea che un Senato collocato istituzionalmente sullo stesso piano della Camera dei deputati avrebbe assicurato una migliore qualità della legislazione e si sarebbe posto quale organo di garanzia democratica contro prevaricazioni parlamentari o di governo, facilitate dall'esistenza di un'unica Camera troppo soggetta al dominio della maggioranza.
Messico: l'Avv. Amato tiene una conferenza organizzata da Red Familia ed incontra la stampa
Gianfranco Amato tiene una conferenza organizzata da Red Familia, un'organizzazione che raggruppa oltre 1.000 associazioni messicane che rappresentano più di un milione di famiglie.
... e dopo la colazione-conferenza UNA CONFERENZA STAMPA CON TUTTI I PRINCIPALI GIORNALI NAZIONALI MESSICANI
MESSAGGIO AGLI ITALIANI DEL FAMILY DAY - DEPUTATA MESSICANA E. MARTINEZ, CON GIANFRANCO AMATO
10 novembre 2016
L'avv. Amato al Parlamento Messicano
L'avv. Amato nella sala conferenze del Parlamento Messicano spiega ai Parlamentari cattolici prima della votazione i motivi per cui bisognava votare NO al matrimonio "igualitario".
L'avvocato Amato parla alla Conferenza Episcopale Messicana
L'avv. Amato a Città del Messico presso la CEM Conferenza Episcopale Messicana davanti a 120 Vescovi e 4 Cardinali in seduta generale ha spiega il pericolo della teoria gender ed il perché è considerata da Papa Francesco "un grande pericolo per il matrimonio" cit. Papa Francesco a Tbilisi.
Dobbiamo essere fieri di questo laico cattolico nostro connazionale così tanto considerato da tutta la Chiesa Messicana.
Messico: il Parlamento blocca le nozze gay
La missione dell'avv. Gianfranco Amato si è conclusa nel migliore dei modi con la bocciatura della legge sul matrimonio omosessuale. Non possiamo che ringraziare questo testimone italiano chiamato in Messico dalle associazioni per la famiglia e dai Vescovi della Conferenza Episcopale Messicana per dare l'ultima spallata! Qui sotto la notizia pubblicata dall'Agenzia Zenit:
Dopo le imponenti manifestazioni popolari di settembre a favore della famiglia e contro il gender, la Camera ha bloccato la riforma costituzionale voluta dal presidente Peña Nieto
Sono servite le due imponenti manifestazioni che si sono svolte in Messico, a settembre, per protestare contro l’ipotesi di introdurre matrimoni omosessuali e ideologia gender nelle scuole. I parlamentari messicani hanno infatti recepito il grido popolare ed hanno bocciato la legge.
Dapprima un milione di persone, soprattutto famiglie, ha invaso le strade di 122 città messicane per dissuadere il presidente, Enrique Peña Nieto, dal modificare l’articolo 4 della Costituzione per rendere il matrimonio accessibile anche agli omosessuali. Poi le persone sono tornate a manifestare, due settimane più tardi, radunandosi nella capitale Città del Messico.
Motore dell’iniziativa il Frente National por la Familia, il quale ha denunciato anche l’imposizione dell’ideologia gender ad alunni finanche minorenni. “Una cosa – ha commentato Fernando Guzman, uno degli organizzatori – è il rispetto pieno delle persone omosessuali, altra cosa è insegnare ai bambini che non sono maschi o femmine, ma che sono ciò che vogliono essere”.
La modifica costituzionale, annunciata a maggio dal presidente Peña Nieto per legalizzare le nozze gay, necessitava tuttavia dell’approvazione parlamentare. E nelle scorse ore il Parlamento ha respinto questa proposta.
19 sono stati i voti contrari, 8 quelli a favore e un’astensione, così un’apposita commissione sulle questioni costituzionali della Camera dei Deputati ha messo fine a un dibattito che aveva conosciuto, un anno fa, anche l’intervento della Corte Suprema, la quale aveva ritenuto incostituzionale il divieto di matrimonio per persone dello stesso sesso.
[a cura di Federico Cenci]
Fonte: Zenit.org del novembre 2016
In Messico l'Avv. Amato ed i Giuristi per la Vita ricevono un importante riconoscimento
Con grandissimo onore pubblichiamo la lettera appena ricevuta dal nostro Presidente avv. Gianfranco Amato che si trova ancora in Messico per un'importante missione:
"Carissimi,
Devo comunicarvi una notizia importante.
Ieri ho tenuto una Lectio Magistralis all'Università Del Pedregal di Città del Messico, invitato dal Rettore Prof. Avv. Armando Martinez Gomez, che è anche Presidente degli Avvocati Cattolici del Messico....
Alla fine della Lectio, abbiamo solennemente sottoscritto una convenzione di collaborazione, di cui vi allego foto del solo frontespizio perché è composta da diverse pagine.
Farò avere quanto prima la copia integrale in PDF.
Manderò i video della sottoscrizione e della mia firma sul Libri d'Onore degli invitati illustri dell'Università.
Si tratta del primo riconoscimento ufficiale a livello internazionale dei Giuristi per la Vita, la prima forma convenzionata di collaborazione.
L'Avv. Gianfranco Amato in Messico contro il matrimonio egualitario
Cominciano ad arrivarci le prime foto e materiale dell'importante missione dell'avv. Gianfranco Amato in Messico, arruolato dalla Conferenza Episcopale Messicana per sostenere la bocciatura della legge sul matrimonio "igualitario".
Il programma e' estenuante ma entusiasmante ed è orgoglioso (e noi con lui e per lui) di essere stato chiamato come testimone italiano di quel movimento che anche da noi ha portato milioni di persone nelle due bellissime piazze romane per dire: NO... alla teoria gender nelle scuole e NO alle unioni civili omosessuali. Grazie avv. Amato per il suo grandioso impegno e per la grandissima missione che le e' stata affidata!
DOMENICA 6 NOVEMBRE
ore 11.00
Città del Messico
conferenza presso l’Università Anahuac Poniente
MARTEDI’ 8 NOVEMBRE
ore 14.00
Città del Messico
Camera dei deputati
pranzo e conferenza con decine di parlamentari cattolici
MARTEDI’ 8 NOVEMBRE
ore 18.00
Città del Messico
Conferenza presso la
Rectoria Nuestra Señora de Covagodonga.
LE ELEZIONI FANTASMA E IL FANTASMA DEL SENATO
di Francesco Mario Agnoli
Domenica 9 ottobre si sono svolte, secondo le procedure previste dalla legge Delrio, le elezioni dei componenti dei Consigli delle Città Metropolitane (di fatto la nuova denominazione delle “abolite” provincie) di Roma, Milano, Bologna, Napoli e Torino, ma pochi se ne sono accorti, perché, al contrario di quanto avveniva per le provincie, che coinvolgevano direttamente (come vuole la democrazia) i cittadini interessati, si tratta di elezioni di secondo grado, nelle quali tanto l'elettorato passivo quanto quello attivo spettano esclusivamente ai sindaci e ai consiglieri comunali dell'area metropolitana.
Tutto quindi nelle mani di oligarchie politiche locali, che se la sono detta e cantata fra di loro, nemmeno senza troppo impegno dal momento che nell'area metropolitana di Milano su un totale di 2.025 aventi diritto hanno votato solo in 1.510, lasciando sospettare o che, in mancanza di retribuzioni aggiuntive, gli incarichi non interessino o, più probabilmente, che ripartizioni e nomi fossero già stati decisi di comune accordo dalle segreterie dei partiti o che comunque il risultato fosse scontato. Non per nulla alcuni commentatori hanno parlato di “elezioni fantasma.
I cittadini che, pur confinati al ruolo di semplici spettatori, sono andati a cercare l'esito nelle pagine dei giornali hanno avuto un anticipo di quanto avverrà con l'elezione dei nuovi senatori, perché il sistema Delrio è molto simile a quello previsto dall'art. 2 della Riforma costituzionale Renzi-Boschi (“I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”). Anche in questo caso il “popolo sovrano” potrà cercare, se ne avrà voglia, sui quotidiani o in internet nomi e appartenenze dei senatori che altri avranno scelto per lui. In sostanza un'anticipata e plastica smentita dell'affermazione renziana che la riforma costituzionale esalterà la sovranità popolare.
Se vince il Sì, il popolo potrà esprimersi ancora meno
Domenica 9 ottobre si è votato per eleggere i Consigli delle città metropolitane. Non si è trattato di elezioni da poco, visto che i Consigli metropolitani hanno competenze importanti e territorialmente estese, sui principali capoluoghi italiani (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, e altri). In base a quanto previsto dalla legge Del Rio, si è trattato di elezioni indirette, cosiddette di secondo grado, visto che a votare non sono stati i cittadini ma gli stessi consiglieri e sindaci nominati alle ultime tornate amministrative. Chi si è accorto di queste elezioni? Quali giornali ne hanno dato notizia? Quanti cittadini che risiedono all’interno delle aree metropolitane hanno seguito le sorti di un voto che determinerà le scelte e le sorti dei territori delle più importanti città italiane nei prossimi anni?
Ma tutto ciò che cosa c’entra con la riforma costituzionale? C’entra, perché rende l’idea della situazione che si verrà a creare se passasse la riforma costituzionale, con riferimento al nuovo Senato. Nessuno si accorgerà dell’elezione di tale ramo del Parlamento, che verrà formato - e di volta in volta sostituito nei singoli componenti - senza che i cittadini ne sappiano nulla. Nonostante questo, però, continuerà a partecipare all’approvazione di alcune delle leggi più importanti e concorrerà ai rinnovi delle cariche delle istituzioni più significative della Nazione, nel sistema di pesi e contrappesi tra i poteri costituzionali. E’ evidente l’alterazione del principio di rappresentanza democratica previsto dall’art. 1 Cost. (“la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forma e nei limiti della Costituzione”), perché la riforma - come è noto - prescrive la nomina di 95 dei circa 100 senatori tra i sindaci e i consiglieri regionali, da parte dei consigli delle regioni italiane. Ciò accade in un quadro di complessiva debolezza della partecipazione democratica, data dalla sempre più scarsa propensione al voto da parte dei cittadini.
QUESTA RIFORMA CONSEGNERÀ L’ITALIA ALLE LOBBY
Con l’intervento dell’avvocato Francesco Farri prosegue la collaborazione del Centro studi Livatino (www.centrostudilivatino.it) tesa a illustrare i passaggi più significativi della riforma costituzionale e a sottolinearne i profili problematici, allo scopo di avvicinarsi alla scadenza del voto referendario avendo consapevolezza dei contenuti delle modifiche, e lasciando da parte gli slogan.
Negli ultimi mesi, si sono levate, anche dall'estero, molte voci provenienti dal mondo dell'economia, della finanza, dei social networks e, da ultimo, anche della diplomazia, le quali hanno dipinto la riforma costituzionale italiana come ultima chance per il salvataggio del sistema Italia. Per converso, il presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, ha denunciato che «la modifica della Costituzione serve alle multinazionali, alle banche, alla finanza», a scapito degli interessi dei cittadini italiani. Di chi fidarsi?
Importanti indicazioni giuridiche per la risposta possono trarsi in quello che, a riforma approvata, diverrebbe il nuovo articolo 72, comma 7 della Costituzione. Nel cervellotico quadro dei nuovi procedimenti legislativi, la nuova Costituzione ne introduce uno per cui il governo, «indicando» un disegno di legge come «essenziale per l'attuazione del programma di governo», può in sintesi ottenere dalla Camera la definitiva approvazione delle proprie proposte entro tre mesi (giorni 5 + 70 + 5 + 15), prorogabili di due settimane in casi di particolare complessità. Potrebbe osservarsi: è giusto che in certi casi sia riconosciuta al governo una corsia preferenziale in Parlamento!
L'AVV. AMATO INTERVISTATO DA FETV Canal 5
Mentre era a Medjugorje, in occasione della confernza del 16 agosto, il Presidente dei Giuristi per la Vita ha rilasciato una lunga intervista in lingua spagnola per la rete televisiva cattolica panamense FETV Canal 5, che verrà messa in onda nella trasmissione "Enfoque Semanal", molto seguita non solo a Panama ma in tutta l'America Latina.
Un momento dell'intervista
L'Avv. Gianfranco Amato a Medjugorje - Galleria Fotografica
Ecco alcune foto dell'incontro "ufficlale" del 16 agosto ...
La conferenza ha suscitato tanto interesse che il giorno dopo ne è stata improvvisata un'altra all'aperto con "fans" dell'Avv. Amato e conoscenti da lui incontrati a Medjugorje, che hanno portato i gruppi di pellegrinaggio cui facevano parte.
LA DIFESA DELLA POSIZIONE DEL SINDACO CECCARDI: INTERVISTA ALL’AVVOCATO GIANFRANCO AMATO
L’amministrazione del comune di Cascina guidata dal sindaco Susanna Ceccardi affila le armi in attesa degli sviluppi della vicenda scatenata dalla dichiarazione rilasciata dallo stesso sindaco riguardante il “rifiuto” di celebrare matrimoni fra persone dello stesso sesso o fra coppie di fatto per una questione puramente etica, morale e contro natura.
Pronta la risposta del sindaco in merito all’esposto del GAY CENTER – citato da un sito vicino al PD cascinese – che accuserebbe la Ceccardi di “violazione della legge sulle unioni civili e atti discriminatori”.
Questa l’intervista all’AVVOCATO GIANFRANCO AMATO, presidente nazionale dei “GIURISTI PER LA VITA”, chiamato allo studio di una strategia legale e prontamente resosi disponibile in maniera totalmente gratuita e volontaria ad assumersi questo compito.
IL TAR METTE IN GINOCCHIO I MEDICI OBIETTORI
La sentenza del TAR del Lazio che ha respinto il ricorso proposto da Movimento per la Vita, Medici Cattolici, Ginecologi ed Ostetrici Cattolici, Giuristi per la Vita e Pro Vita contro il decreto della Regione Lazio sulla presenza dei medici obiettori nei consultori familiari non è solo una sconfitta per il mondo prolife, ma ha una portata più ampia.
Il decreto Zingaretti stabilisce espressamente che i medici obiettori di coscienza che lavorano nei consultori hanno l'obbligo di attestare lo stato di gravidanza della donna che si presenta perché intenzionata ad abortire e hanno, ancora, l'obbligo di prescrivere e somministrare i contraccettivi ormonali, anche post-coitali (pillole "dei giorni dopo"), nonché di applicare i sistemi contraccettivi meccanici (spirale). Il giudizio del TAR, quindi, non riguardava affatto un conflitto tra una donna che vuole abortire e un medico che non vuole contribuire alla uccisione dell'embrione o del feto: è pacifico, infatti, che – in caso di rifiuto da parte di un medico obiettore – altri medici avrebbero attestato la gravidanza, prescritto le pillole (alcune delle quali, fra l'altro, ormai sono farmaci da banco), applicato la spirale.
No. In questo caso le parti erano diverse: l'Autorità Pubblica e il medico obiettore. L'Autorità dice al medico: "Anche se la tua coscienza te lo vieta, tu devi rilasciare il certificato, devi prescrivere le pillole, devi inserire la spirale; se non lo fai, ti licenzio o ti denuncio (meglio ancora: non ti assumo)".
Gianfranco Amato e Alberto Agus a Radio Maria, "Contro i falsi miti del progresso"
Registrazione della puntata del 2 agosto 2016 della rubrica di Radio Maria "Contro i falsi miti del Progresso", condotta da Giuseppe Brienza, sul tema "Europa e diritti". La puntata ha visto la partecipazione dell'Avv. Gianfranco Amato e dell'Avv. Alberto Agus, rispettivamente Presidente Nazionale e Responsabile regionale per la Sardegna dell'Associazione Giuristi per la Vita.
“LA FAMIGLIA È IL CUORE DELLA POLITICA, NON SERVE UNA MERA LOGICA ASSISTENZIALE”
Gianfranco Amato racconta le sue battaglie in favore dei valori non negoziabili: un impegno “scomodo” per il quale la tiepidezza è controproducente
LA LEZIONE POLITICA DELLA #BREXIT
Malgrado si moltiplichino, in Gran Bretagna, le manifestazioni di quanti, scontenti dell’esito del voto di una settimana fa, chiedono un nuovo referendum, i sentimenti antieuropeisti serpeggiano anche tra i ceti moderati di Paesi tradizionalmente sostenitori del progetto Ue. Occorre che le élites plutocratiche dei tecnocrati di Bruxelles imprimano delle radicali correzioni di rotta all’Unione
di Gianfranco Amato
« È la democrazia, bellezza! E tu non puoi farci niente». Così avrebbe risposto l’impareggiabile Humphrey Bogart di Quarto Potere a tutti gli euroentusiasti che devono ancora riprendersi dal Brexit shock. E sì, non si può essere democratici ad intermittenza e rispettare il volere del popolo solo quando coincide con i desiderata del Potere. Le élite massoniche e mondialiste di Bruxelles amano ammantare i propri discorsi di concetti come «democrazia » e «volontà popolare», mentre in realtà nutrono un profondo e assoluto disprezzo per entrambi. L’ipocrisia infida e farisaica al potere. Uno degli effetti positivi della Brexit è quello di aver fatto venire allo scoperto diversi di questi Sepolcri Imbiancati. Tra costoro spicca, ça va sans dire, tale Mario Monti, già noto agli italiani, che in preda ad un attacco di stizza, si è lasciato scappare uno di quegli aforismi che resterà nella storia della dittatura mondialista: «David Cameron ha abusato della democrazia». Beh, detto da uno che è diventato Capo del Governo grazie ad una manovra di palazzo, dopo essere stato nominato senatore a vita, si può anche capire. Ma è sempre così, per Monti e i suoi amici/confratelli altolocati del Bilderberg Group, della Trilateral Commission, di Goldman Sachs, dare voce al volgo plebeo diventa una «alta prova di democrazia » quando il popolo si adegua docilmente alla volontà dell’élite illuminata, mentre si trasforma in un «abuso di democrazia» quando lo stesso popolo osa contraddire le indicazioni degli Ottimati al potere. La verità è che l’élite nutre una profonda idiosincrasia nei confronti del popolo, considerato sempre come una massa informe di individui che deve essere guidata dall’alto, a causa della sua congenita immaturità e conseguente incapacità di formulare processi decisionali per il suo stesso bene.
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